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Il gioiello come opera, l’atelier come spazio di ricerca
Nel cuore di Torino esiste un luogo in cui il gioiello non è pensato come accessorio, ma come forma autonoma, linguaggio, corpo. Glix Atelier nasce da questo presupposto: realizzare oggetti da indossare che siano, prima di tutto, atti di creazione. Non copie, non modelli da replicare, ma esemplari unici in cui materia, gesto e identità si incontrano.
Ogni progetto nasce nel mio studio, in uno spazio in cui arte e artigianato si sovrappongono senza mai confondersi. Lavoro metalli come oro, argento, bronzo, ottone, senza mai forzarli in forme prevedibili. Lascio che siano le imperfezioni a guidarmi, che il materiale reagisca, si opponga, si trasformi. È così che il gioiello prende forma.
Glix Atelier è il mio modo di abitare il mondo: attraverso la forma.
Il gioiello non è un accessorio, è una presenza
Per me il gioiello non è un oggetto decorativo. È un’estensione della persona. Una tensione tra ciò che siamo e ciò che vogliamo raccontare. Non ha bisogno di brillare: ha bisogno di parlare.
Ogni anello, ogni bracciale, ogni collana che realizzo nasce come se fosse una piccola scultura. La mano non è mai neutra, così come non lo è il metallo: la forma finale è un equilibrio tra visione e resistenza. Non cerco la perfezione levigata, ma la presenza viva di un oggetto che sappia raccontare, che sappia durare, che possa trasformarsi nel tempo con chi lo indossa.
Il mio lavoro è muoversi tra gesto artistico e tecnica orafa, senza appartenere pienamente a nessuno dei due. Il gioiello non è il risultato, ma il punto di contatto.
Una materia viva
Il cuore del mio lavoro è la materia. I metalli non sono per me dei supporti, ma dei veri e propri interlocutori. Argento 925, bronzo naturale, ottone, oro: ognuno ha il suo carattere, la sua reazione al calore, alla pressione, all’ossidazione. Conoscerli significa anche imparare a lasciarli fare, a rispettarne i tempi e i limiti.
Realizzo ogni gioiello a mano, attraverso lavorazioni lente e spesso complesse. Le tecniche che utilizzo appartengono alla tradizione dell’artigianato artistico italiano, ma vengono filtrate da una sensibilità contemporanea che rifiuta ogni standardizzazione. Solo materia, gesto e attenzione.
Forme che nascono dal corpo
Il rapporto tra corpo e oggetto è al centro della mia ricerca. Un anello non è mai solo una forma da vedere, è un peso da sentire, è una tensione tra le dita. Una collana non è solo una linea estetica: è un segno che divide e collega. Un bracciale può essere costrittivo o liberatorio. Ogni oggetto che creo è pensato per abitare il corpo senza sottometterlo, senza ingabbiarlo, ma nemmeno per sparire.
Mi interessa la potenza del gesto, la fisicità dell’oggetto. Per questo molti miei gioielli hanno volumi importanti, texture ruvide, superfici irregolari. Non sono pensati per scomparire. Sono pensati per restare.
La forma come linguaggio
Ogni gioiello nasce da un’idea, ma non è mai un’illustrazione. Non racconto concetti, racconto forme. Le geometrie che utilizzo — cerchi, spirali, strutture aperte, archi, elementi frammentati — sono archetipi che parlano al corpo prima che alla mente.
Non lavoro per rappresentare, ma per evocare. Un anello scultoreo può suggerire un’origine tellurica, una tensione verso la solidità, una memoria di pietra. Una collana totemica può diventare un segno di protezione, un’estensione verticale della spina dorsale. Un orecchino asimmetrico può destabilizzare, creare ritmo, suggerire movimento.
Il design, per me, è una grammatica aperta. Il gioiello è una frase che si completa solo nel momento in cui viene indossata.
Gioielli unici, sempre
Nel mio lavoro non esistono copie. Ogni pezzo è unico, anche quando appartiene a una collezione. La serialità mi interessa solo come punto di partenza per una variazione. L’unicità non è un valore aggiunto, è la struttura del mio fare. Per questo il mio atelier non è mai stato un negozio: è un luogo di esplorazione.
Chi sceglie un mio gioiello artigianale sceglie una forma non replicabile. Sceglie un oggetto con cui stabilire un dialogo. Un anello può diventare parte della propria identità. Un bracciale può legarsi a un momento. Una collana può segnare un passaggio. Non c’è simbolismo rigido: c’è ascolto reciproco tra chi crea e chi indossa.
Ogni gioiello ha una sua simbologia intrinseca. Rappresentazione plastica di concetti universali, legami, status, missione, momento. Ma ogni significato possibile si distilla in un unico simbolo che è proprio di chi sceglie e indossa quel gioiello. Unico, come ogni persona.
L’atelier di Torino
Dal 2024, Glix Atelier ha sede a Torino, in un quartiere che mi rispecchia: silenzioso ma pieno di energie sotterranee, intimo ma aperto. L’atelier non è uno spazio commerciale. È uno studio, un’officina, un piccolo universo dove accadono le cose. Chi viene a trovarmi entra in un ambiente di lavoro reale: vede il banco, gli strumenti, le prove, gli errori. E può toccare con mano ogni gioiello, vedere ogni imperfezione, capire ogni passaggio.
Realizzo anche gioielli su misura, in dialogo con chi li desidera. Fedi nuziali personalizzate, anelli pensati per un evento, oggetti che devono contenere una storia. Per me non c’è niente di più bello che accompagnare una persona in questo processo. Il risultato non è solo un gioiello: è qualcosa che nasce insieme.
Gioielli su misura, fedi, progetti speciali
Lavorare su misura significa per me entrare in relazione. Non parto mai da un disegno fisso, ma da una conversazione. Cosa vuoi raccontare? Che forma ha per te quell’idea, quella persona, quel passaggio?
Le fedi che realizzo sono pensate una per una. Spesso non si somigliano nemmeno tra loro: ogni coppia ha la sua storia, e la forma deve seguirla. Non credo nei codici prestabiliti. Credo nell’ascolto e nell’adattamento. Per questo ogni progetto speciale richiede tempo, presenza, coinvolgimento.
Anche quando si tratta di un singolo anello in argento, tutto nasce da un’intenzione precisa: dare forma a qualcosa che ancora non esiste.
Arte, design, artigianato: uno spazio intermedio
Mi sono sempre mossa in uno spazio di confine. Glix Atelier non è un brand di design. Non è una bottega orafa. Non è una galleria d’arte. È tutte queste cose insieme, e nessuna in modo esclusivo. È un progetto che lavora sull’identità del gioiello come forma autonoma, capace di dialogare con l’arte contemporanea, con la cultura del corpo, con le pratiche artigianali tradizionali.
Il mio lavoro è influenzato da scultori, architetti, poeti, filosofi, ceramisti. Ma è anche profondamente radicato nella manualità: la lima, il fuoco, il martello. L’errore come parte del processo. Il dettaglio che sfugge al controllo come firma.
Un’etica del fare
Nel mio atelier ogni scelta è guidata da un’idea di sostenibilità concreta: piccola produzione, assenza di scarti, lavorazioni senza materiali tossici, metalli scelti con cura. Non faccio nulla che non possa essere fatto con le mie mani. Non delego la bellezza alla lucidatura.
La bellezza, per me, è anche durabilità. Un gioiello deve poter invecchiare bene. Deve portare i segni del tempo senza perdere forza. Anzi: deve guadagnarne.
Gioielli che restano
Quello che cerco, ogni volta che inizio a lavorare su un nuovo pezzo, è qualcosa che resti. Non nel senso di eterno o perfetto. Ma nel senso di presente. Di significativo. Di vero.
Se c’è una cosa che ho imparato è che un gioiello non ha bisogno di raccontare tutto. Ma ha bisogno di dire qualcosa che abbia senso, che tocchi, che accompagni. Un anello può essere una promessa. Una collana può essere un’eredità. Un orecchino può essere una scelta quotidiana che cambia la postura.
Questo è ciò che faccio, ogni giorno, nel mio atelier: costruisco forme che restino.
Glix Atelier – Torino
Visita il sito glixatelier.com per scoprire tutte le collezioni, le novità e i progetti speciali. Ogni gioiello è disponibile in un solo esemplare. Se vuoi creare qualcosa insieme, scrivimi. Lo realizzeremo come fosse un’opera, perché lo è.

Torino, TO, 10141
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