Contents
Intorno a un anello…
L’anello è un oggetto che affonda le sue origini in un passato molto remoto. Come fascia di metallo indossata su un dito della mano si ritrova in tempi antichissimi. La sua forma circolare, simbolo di eternità, ma anche di legame con la vita materiale e terrena, ha dato a questo ornamento una molteplicità di significati, connessi a riti ancestrali, alla rappresentazione del divino, alla totalità del mondo nella sua pienezza e armonia. Il suo nome deriva dal latino anĕllus, dim. di anus «cerchio».
Segno di potenza, di forza, di dominio, di prestigio, di opulenza, l’anello era indossato da re e sacerdoti per indicare il ruolo di potere che essi esercitavano.
Eroi, guerrieri, cavalieri, re e conquistatori furono i primi nella società ad indossare gioielli, spesso strappati ai conquistati o fatti forgiare dai fabbri per onorare le proprie vittorie.
In ogni cultura e tradizione si ritrovano numerose leggende che ruotano intorno a un anello…
L’anello tra storia e mito
Una delle menzioni più antiche di questa forma di gioiello si trova nell’Antico Testamento, nel libro della Genesi (41, 41-42) in cui il faraone si tolse di mano l’anello e lo porse su quella di Giuseppe, sancendo il passaggio ufficiale di potere.
Altri riferimenti biblici sull’argomento si ritrovano nella leggenda secondo la quale re Salomone possedeva un anello che gli dava la capacità di comunicare con gli animali e di comprenderli (leggenda ripresa dall’etologo Konrad Lorenz, che la cita nel titolo del suo famoso libro L’anello di Re Salomone, in cui tratta del linguaggio e del comportamento animale).
Le origini dell’anello come ornamento affondano nella preistoria, precisamente nell’Età del Bronzo, quando esso era solo un semplice cerchietto che adornava le dita della mano. Già nella civiltà cretese-micenea la lavorazione si fa più accurata e gli anelli vengono considerati veri e propri oggetti preziosi.
Dall’antico Egitto provengono testimonianze di faraoni che fecero forgiare anelli-sigillo, sui quali erano incisi simboli e immagini.
Nel mondo greco, l’anello sigillare ebbe ampia diffusione tra persone insignite di cariche ufficiali. Esso recava il segno unico e distintivo del suo proprietario, che se ne serviva per apporre la sua firma.
Nell’antica Roma, invece, l’anello assume il significato di ricchezza e nobiltà. Se indossato sul dito anulare sinistro l’anello diventa simbolo di fedeltà, di vincolo di unione per i coniugi. Si riteneva infatti che proprio nell’anulare sinistro passasse la vena dell’amore, che dal dito arrivava direttamente al cuore. Da qui deriva il valore romantico di questo gioiello, come segno del legame amoroso.
Nel Medioevo ebbe inizio la tradizione dell’anello piscatorio, dal latino: anulus piscatoris, è una delle insegne del papa, che egli riceve durante la messa solenne di inizio del suo pontificato e che indossa all’anulare della mano destra. Realizzato in oro e arricchito da pietre preziose, già nel passato compariva indosso a vescovi e pontefici ‘pescatori di anime’. La tradizione del Rinascimento vede un’ampia diffusione dell’anello come simbolo di status sociale e di influenza. In questo periodo nasce la consuetudine dei sovrani di donare ai nobili un anello in segno di legame di fedeltà tra il monarca o il signore e i suoi sudditi.
L’anello come oggetto e simbolo
L’anello è un ornamento che raccoglie in sé diversi significati. È segno di potere e pegno d’amore, sigillo e talismano. È oggetto prezioso, segno di ricchezza e di status: il suo pregio, oltre al materiale, consiste nella perizia tecnica, nel disegno e nello stile con cui è realizzato, tratti distintivi dell’artigiano che lo ha forgiato e che, attraverso una particolare lavorazione, ha lasciato una propria impronta di originalità.
Racchiude in sé l’essenza simbolica del cerchio, forma geometrica cui nulla si può togliere o aggiungere, senza turbare la sua simmetrica armonia. Rappresenta il movimento perfetto, immutabile, senza inizio, nè fine, nè variazione e come tale simboleggia il Sole, archetipo di vita, energia, perfezione. La linea chiusa senza inizio né fine, concentra in sé il senso di completezza e di eterno ritorno, come nella figura dell’Uroboro, il serpente che si morde la coda presente in molte culture antiche, e sta a significare l’energia universale che si consuma e si rinnova di continuo, la natura ciclica delle cose.
Il valore simbolico dell’anello come elemento vincolante, come assunzione di un ruolo sociale e di legame matrimoniale va anche oltre, fino a rappresentare l’asservimento. L’origine dell’anello da dito, secondo lo storico romano Plinio, affonda le radici nel mito greco di Prometeo. Incatenato ad una roccia da Zeus, come punizione per il furto del fuoco divino, l’eroe fu rilasciato prima che la pena fosse del tutto scontata, ma gli fu imposto di indossare al dito un anello della catena in cui era incastonato un frammento della roccia. Si trattava di un simbolo della sua punizione e della sottomissione a Zeus.
Anello e magia
Fin dalla notte dei tempi, l’anello è considerato un oggetto magico. Metallurgia e alchimia si fondevano conferendo a questo gioiello la prerogativa di soggiogare le forze dell’ignoto, attribuendogli qualità magiche o di emanazione divina.
“Un Anello per domarli, un Anello per trovarli, un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli” (J.R.R. Tolkien – Il Signore degli Anelli)
Soprattutto se dotato di pietre preziose o simboli incisi, l’anello ha nel tempo acquisito valore di amuleto. Ad esso si assegnavano virtù terapeutiche, poteri di protezione contro malattie o maledizioni. Il cerchio vuoto rappresenta da un lato l’infinito, la continuità, la perfezione, l’eternità e dall’altro il nulla, il passaggio da uno stato della materia a un altro, l’attraversamento di una soglia, un cambio di stato.
Antiche leggende, tratte da mitologie del nord Europa narrano di anelli che rendevano invisibili coloro che li indossavano, come si legge ne Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien.
L’autore prende spunto da miti della tradizione scandinava e finlandese e dalle fiabe popolari dell’Europa nord-occidentale. La trama si svolge si accentra attorno ad un magico oggetto dai grandi poteri, un anello appunto, che dona molta fortuna a colui che lo possiede, ma senza rivelare la sua esatta natura. Esso è conteso tra le forze del bene e quelle del male, e scompare dal mondo una volta distrutto, alla fine della storia.
Un anello dai poteri molto simili a quelli dell’anello della trilogia di Tolkien è presente ne La Repubblica di Platone, precisamente nel mito dell’Anello di Gige. La storia narra di un pastore, Gige, il quale trova un anello magico che ha il potere di rendere invisibili; al riparo dalla vista altrui, nonostante fosse sempre stato un uomo onesto, Gige uccise il re della città per sposarne la moglie. Quello dell’anello dotato di particolari poteri, comunque, è un topos largamente presente in tutta la cultura occidentale, presente in molti romanzi medievali che mettono in scena un anello magico, come quello di Angelica nell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto.
L’anello tra arte e tecnologia
Oggi l’anello conserva tutti i significati legati alla sua storia e alla sua genesi. Ancora usato come fede nuziale è testimone del legame tra due persone che stringono una promessa, sta sulla mano di una donna come accessorio prezioso ed elegante, su quella di un uomo esprime il suo prestigio sociale, il suo ruolo o l’appartenenza a un determinato gruppo.
L’oreficeria ha dato spazio a molti materiali e forme del gioiello, spesso sfociando nella scultura.
Il gioiello si fa vera e propria opera d’arte, saggio di maestria tecnica ed estetica, diventa un oggetto di considerevole pregio in quanto unico e irripetibile. Questo grazie al processo di costruzione artigianale e alle straordinarie soluzioni tecniche acquisite dalla tradizione orafa del passato.
Realizzati a mano dai maestri dell’arte orafa e personalizzabili nei materiali, nei modelli e nelle pietre preziose utilizzate, gli anelli sono oggetto di desiderio, per adornare le mani di una donna, dare risalto alla sua bellezza. Attraverso l’uso di metalli preziosi, come oro, platino e palladio, pietre di grande pregio, come diamanti, smeraldi, rubini, l’anello diventa oggetto di lusso.
Nel panorama contemporaneo il design del gioiello fornisce molti spunti creativi e attraverso l’utilizzo di tecnologie di prototipazione rapida, supportando l’oreficeria e consentendo di passare dal disegno a una stampante 3D. Avvalendosi di materiali sintetici è possibile realizzare un gioiello in modo veloce ed efficace, superando alcuni gradi di lavorazione manuale lunghi e spesso complicati. I risultati possono essere stupefacenti e le varianti molteplici.
Un anello è molte cose, ma soprattutto è desiderio di essere unici.
Lascia un commento